Seby Ciurcina lavora a Berlino, dove si è trasferito da Bologna, ma è
nato a Siracusa, e l'immagine del giovane pittore che attraversa l'Europa
haantichi riferimenti. Non con una valigia di cartone si è messo
in viaggio,
ma piena di cartoni, il povero e leggero materiale che ha deciso di usare
come supporto per i suoi dipinti. Si tratta per lo più di ritratti
di amici, delineati rapidamente sulla superficie marroncina con colori forti
puri, a volte violenti.
Colori memori di esperienze pop, in mente Lichtenstein, Schifano, e maestri
del fumetto come Pazienza e Pratt. Il gusto di soffermarsi sul volto, del
resto è essenziale per un siciliano comprendere o comunque usare
il
linguaggio degli occhi, senza paura di deformarlo anche, e l'esempio più
amato è la ricerca di Bacon, quando è qualcosa di più
nascosto che sta cercando nel modello. Schiacciati sulla superficie piatta
del cartone, i personaggi si fanno timidi o sfrontati testimoni di un momento
di passaggio
che rimane effimero, come un incontro fugace, uno stato d'animo, un'espressione
del viso. Raccogliendo tasselli di esperienze altrui, il cammino di Ciurcina
prende una direzione che porta sempre di più verso di sé,
in un dipanare allegro e disordinato della sua personalità. In questo
senso ludico e indagatore si pongono anche gli autoritratti, a volte seri
efieri, oppure mascherati, o irriverenti e autoironici.
Sebastiano è un amico, e mi piace, Sebastiano in realtà si chiama Seby,
proprio così, all'anagrafe, e a me ha sempre fatto ridere che un
nome possa allungarsi invece che ridursi; Seby sa raccontare molto bene
le cose, è ludico e pudico, giocoso e pensoso, e sa suonare la
batteria di Ringo in playback in maniera sublime. La generosità
che caratterizza Seby è l'esito felice della sua insaziabile curiosità,
perché per raccontare bisogna tanto ascoltare, per giocare bisogna
giocare e far giocare, guardare, ridere e
immaginare. Seby racconta anche con i colori, colori puri, netti, a volte
violenti, in contrasto. Colori pop, flash, deep, cheap, a volte ammiccanti
a volte scostanti irriverenti urtanti; soprattutto perché con questi
colori Seby dipinge dei volti umani, anzi molto di più, dei volti
di amici, dei ritratti di persone conosciute, amate, litigate e ritrovate.
E può dare anche fastidio vederli rappresentati con quei gialli
marroni blu rossi che pensi che sono cattivi o matti o brutti o…in
realtà sono forse solo nudi,
sono loro sono veri. Cioè è la vera parte che Seby cerca
in loro in quel momento, in loro, per ricomporre un puzzle di se stesso
destinato a non avere fine, ogni tessello un lato del carattere di cui
non si ha coscienza, magari un dubbio…
Gli amanti della vita in genere non si accontentano della propria, ne
cercano altre in giro, nelle persone nei racconti e shakerando fondendo
cambiando qualcosa un po’ le inglobano nella propria storia, e se
lo si sa fare non se ne esce schizofrenici ma più allegri. E il
supporto? Il supporto è importante, perché non li scolpisce
mica sul marmo questi ritratti…usa il cartone, cenerentola delle
superfici che usiamo per fare la spesa e i traslochi, che senza i colori
di Seby ha il
tipico colore triste del cartone. E' leggero e trasportabile reperibile
economico, ti fa fare tutte le prove che vuoi, se non ti piacciono le
butti via, attacchi un pezzo all'altro se vuoi una cosa lunga, lo rileghi
se vuoi un libro, lo costruisci se vuoi la tridimensione; certo ha una
durata nel tempo limitata, ma come dice Conan il barbaro, Cosa vuoi vivere
in eterno?
E in fondo tutt'altro che eterni sono tanti incontri ed episodi della
vita espressioni umori…
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