Laurel Johannesson è un'artista canadese.
Ha studiato  presso le 
università di Calgary e di Saskatchewan in Canada e al Royal College of 
Art di Londra. Si è diplomata con una specializzazione in dipinto, media
 digitali e disegno. La sua passione per la videoproduzione e per la 
fotografia orientano il suo lavoro verso l'incontro tra queste arti.
La
 sue immagini sensuali illustrano il corpo, la mitologia, la memoria, la
 storia personale ed introspettiva o l'autoritratto e sono spesso 
strettamente collegate al tempo e al luogo. Nel suo immaginario, la 
figura della donna (l'artista) è rilevante. Avvolta in un ambiente 
fragile e acqueo, si vela di mistero nascondendo corpo e volto. La 
fragilità e la vulnerabilità di queste immagini suggeriscono l'equazione
 tra desiderio e voieurismo.
Presentazione a cura dell'artista:
Nel
 mio lavoro c'è sempre un forte nesso con l'acqua. Ho esplorato in 
passato i corpi dell'acqua che hanno un significato mitologico e 
storico...compreso Santorini che è connesso al mito di Atlantis...una 
città sott'acqua. Come Santorini, Venezia è una città che sfida per 
natura la logica, con la sua precaria situazione di città galleggiante. 
Il mio lavoro tratta sempre una sorta di connessione con il luogo, 
partendo da un livello personale o storico.
Venezia contiene in se 
questi due aspetti affascinanti. Venezia e la sua acqua non sono 
solamente significanti per me da un punto di vista storico, ma hanno una
 connessione con un momento nel tempo molto particolare, che è parte 
della mia storia personale. Mi interesso alle idee della nostalgia, alla
 storia
personale. Mi interessa il mito del volto, che è vicino al latino "persona".
Che la passione delle maschere a Venezia sia nata dalla necessità dell'incognito, come per proteggere la propria identità?
Memoria, sensualità e desiderio invaderanno le mie opere che saranno composte di immagini in movimento e montaggi sonori.
“Le
 immagini della memoria una volta fissate con le parole, si cancellano. 
Forse Venezia ho paura di perderla tutta in una volta, se ne parlo. O 
forse, parlando d’altre città, l’ho gia perduta a poco a poco.”
~ Italo Calvino - Le città invisibili

 
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