Doppler come doppio,insieme di suoni e luoghi;
        suoni e spazi che si uniscono in un’esperienza musicale, ma non 
        solo.
        Il tutto calibrato/organizzato attorno alle onde d’aria e d’acqua, 
        che alla fine diventano un’entità unica da percepire. Punto 
        d’unione è l’ombelico in doppler, una sorta di valvola 
        acustica/visivo DA CUI PARTONO I RIFLESSI E I RIVERBERI visual/musicali 
        e si diffondono nei dintorni rendendoli partecipi ad una nuova esperienza 
        comune, locale, (e quasi spirituale). Il “gate” in questione 
        è la porta che dall’acqua entra in Spiazzi e che viceversa 
        da Spiazzi si estende sull’acqua e dunque sulla nostra città/palude. 
        I riflessi acustico/visivi “avvolgono” gli spazi esterni, 
        i confini e gli Spiazzi si estendono oltre, fino a coinvolgere la comunità.
L’ 
      idea è di porre enfasi sul concetto di gate/ponte, una finestra sull’acqua 
      come estensione naturale di Spiazzi da cui i RIFLESSI (per dirla come de 
      Saussure, un significante a doppio significato) acustici e visivi si propagano 
      verso l’esterno che in questo modo diventa interno o meglio un tutt’uno. 
sabato 21 maggio 2005
venerdì 20 maggio 2005
Precario 'collettiva fotografica'
Dieci 
        giovani fotografi si interrogano su un "tema tosto" come quello 
        della precarietà, analizzato sotto tutti gli aspetti. Ognuno ha 
        avuto infatti piena libertà nella scelta del soggetto, nel numero 
        delle foto, nel formato e nelle modalità di esposizione delle foto. 
        Unico vincolo il "bianco e nero", scelta obbligata dato che 
        le fotografie verranno stampate direttamente dagli stessi fotografi nella 
        camera oscura di Spiazzi.
domenica 1 maggio 2005
Robert Knott
Questa 
        mostra vuole esplorare un soggetto, la biancheria stesa, che se affrontato 
        da un veneziano potrebbe sembrare alquanto ostico. Dico questo perchè 
        quando Robert ci ha parlato del suo progetto eravamo alquanto dubbiosi, 
        se abiti a Venezia ne hai viste veramente "di tutti i colori" 
        e ormai hai un occhio smaliziato nei confronti di tutto ciò che 
        è appeso ai balconi. Un americano ha sicuramente un altro approccio, 
        e l'attitudine di Knott è stata comunque quella del rigore delle 
        forme ed in molti casi della ricerca di una purezza dei colori (le foto 
        sono infatti tutte a colori). Un'altra cosa va aggiunta, ogni tanto è 
        bene che noi italiani ci facciamo un po' osservare dagli altri, senza 
        veli, in mutande...
La parola all’artista:
“Per cercare di mettere a fuoco i miei giornalieri vagabondaggi degli ultimi sei mesi vissuti a Venezia, ho deciso di creare una composizione fotografica su alcuni aspetti della vita veneziana, al di fuori degli usuali cliché. In mezzo alla colorata biancheria che si trova un po’ ovunque gironzolando lontano dalle grandi direttive turistiche, sono rimasto attratto dalla contrapposizione tra la spontaneità di questi fili colorati di bucato e i sottostanti particolari della città monumentale. Visitando ancora ed ancora sempre gli stessi luoghi, ho realizzato che questa biancheria, che cambia costantemente, diventa essa stessa una fondale immaginario sì ricco e vario, esattamente come gli elementi architettonici da cui pende. Spero che la vasta gamma di immagini proposte riveli qualcosa della ricchezza e varietà di questo peculiare aspetto della vita veneziana.”
La parola all’artista:
“Per cercare di mettere a fuoco i miei giornalieri vagabondaggi degli ultimi sei mesi vissuti a Venezia, ho deciso di creare una composizione fotografica su alcuni aspetti della vita veneziana, al di fuori degli usuali cliché. In mezzo alla colorata biancheria che si trova un po’ ovunque gironzolando lontano dalle grandi direttive turistiche, sono rimasto attratto dalla contrapposizione tra la spontaneità di questi fili colorati di bucato e i sottostanti particolari della città monumentale. Visitando ancora ed ancora sempre gli stessi luoghi, ho realizzato che questa biancheria, che cambia costantemente, diventa essa stessa una fondale immaginario sì ricco e vario, esattamente come gli elementi architettonici da cui pende. Spero che la vasta gamma di immagini proposte riveli qualcosa della ricchezza e varietà di questo peculiare aspetto della vita veneziana.”
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