Doppler come doppio,insieme di suoni e luoghi;
suoni e spazi che si uniscono in un’esperienza musicale, ma non
solo.
Il tutto calibrato/organizzato attorno alle onde d’aria e d’acqua,
che alla fine diventano un’entità unica da percepire. Punto
d’unione è l’ombelico in doppler, una sorta di valvola
acustica/visivo DA CUI PARTONO I RIFLESSI E I RIVERBERI visual/musicali
e si diffondono nei dintorni rendendoli partecipi ad una nuova esperienza
comune, locale, (e quasi spirituale). Il “gate” in questione
è la porta che dall’acqua entra in Spiazzi e che viceversa
da Spiazzi si estende sull’acqua e dunque sulla nostra città/palude.
I riflessi acustico/visivi “avvolgono” gli spazi esterni,
i confini e gli Spiazzi si estendono oltre, fino a coinvolgere la comunità.
L’
idea è di porre enfasi sul concetto di gate/ponte, una finestra sull’acqua
come estensione naturale di Spiazzi da cui i RIFLESSI (per dirla come de
Saussure, un significante a doppio significato) acustici e visivi si propagano
verso l’esterno che in questo modo diventa interno o meglio un tutt’uno.
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